Flessibilità Metabolica
La “flessibilità metabolica” è la capacità del nostro organismo di shiftare da un metabolismo glucidico ad un metabolismo lipidico. La flessibilità metabolica indica il substrato di cui l’organismo si avvale nei momenti post pasto e tra due pasti: lipidi (grassi) o glucidi (carboidrati). Avere un’elevata flessibilità metabolica significa che l’organismo, dopo aver utilizzato efficientemente i carboidrati (post pasto) shifta verso il metabolismo dei lipidi ossidando sia quelli del pasto sia quelli presenti endogenamente (scorte del tessuto adiposo). In caso di scarsa flessibilità metabolica, invece, in condizioni di elevato consumo di glucidi, l’organismo continuerà a preferire glucidi anche quando questi non provengono da fonti alimentari, “cannibalizzando” il prezioso tessuto magro. Con la sola dieta, non si va molto lontani: associare alla dieta le giuste dosi e modalità di allenamento permette di raggiungere i risultati desiderati in termini di miglioramento del metabolismo, dimagrimento, salute e forma fisica. La prima cosa da mettersi in testa è che l’esercizio fisico non serve per “bruciare calorie”, neppure quelle derivanti dal dispendio indotto dalla massa muscolare a riposo. L’esercizio fisico è utile per costruire la massa muscolare necessaria perché aumenti la funzionalità mitocondriale e quindi l’utilizzo dei grassi a riposo e durante l’allenamento: con la sinergia di dieta ed esercizio fisico un sapiente inserimento dei glucidi è caratterizzato dal loro inserimento in una finestra temporale che includa l’allenamento, per far sì che sia il tessuto magro ad utilizzarli per gli scopi di ripristino del glicogeno e recupero/neosintesi proteica. Una programmazione di allenamento che includa uno stimolo intenso per stimolare il tessuto muscolare a ripararsi e crescere seguito da una parte che includa stimoli più “metabolici” è ciò che serve per raggiungere un ottimo stato di “salute del tessuto muscolare” in senso di flessibilità metabolica.